Le vie dell’acqua
La fontana di Baselia
Fontana di Baselia – 2.4.1922
A sinistra una donna con rasciel e fiarcles – rastrello e attrezzi in legno per il trasporto del fieno sulla schiena. A destra una donna con agâi e cialdêrs – arconcello e secchi in rame.
Foto © Paul Scheuermeier – Archivio AIS foto n° 0676 – Istituto di Lingue e Letterature Romanze e Biblioteca Karl Jaberg, Università di Berna.
Le fontane
Le fontane, ubicate al centro delle rispettive borgate e costruite su progetto dell’Ing. Valentino Marioni negli anni 1830-1840, consistono in una vasca ottagonale in pietra calcarea di Forni.
Sono formate da lastre di pietra verticali unite costa a costa, sopra un gradino ottagonale nei borghi di Vico e Tredolo, e sopra una gradinata circolare con ripiano lastricato a Baselia.
In mezzo alla vasca sorge una colonna a uno o a due bacini, o con un vaso di finimento sopra il bacino maggiore, in modo da formare un vario gioco d’acqua prima di cadere nella vasca.
Da quest’ultima, l’acqua sovrabbondante scola per tubi sotterrati nel canale della roggia più vicino.
Già nel 1771, fonti storiche menzionavano una fontana nella “Tavella di Baselia”, situata approssimativamente nell’attuale Piazza. L’acqua era portata dall’acquedotto mediante tubi di legno forati da lunghissime trivelle e costantemente curati dagli operai fontanieri comunali.
Fontana e Lavatoio di Tredolo – 1931
Case con tipici ballatoi, lindes, sulla facciata; in primo piano fontana con acqua corrente, dietro è presente un lavatoio pubblico in cemento, la lavandâre.
Foto e didascalia Paul Scheuermeier – Archivio AIS foto n° 2909 – Istituto di Lingue e Letterature Romanze e Biblioteca Karl Jaberg, Università di Berna.
BALLATOI TRAFORATI – 1927 circa
Particolari costruttivi delle case fornesi
1. Tredolo 1700 | 2. Tredolo – moderno | 3. Tredolo 1700 |
4. Tredolo moderno
Disegni di Laura Candotti tratti dai rilievi di Giuseppe Barazzutti
Contesto architettonico
Prima che il paese fosse completamente distrutto da un incendio nazifascista, chi osservava le case di Forni di Sotto notava subito un particolare distintivo rispetto alla vallata alpina del Tagliamento: l’abbondanza di strutture in legno, come ballatoi e scale esterne coperte, che talvolta nascondevano addirittura i muri in pietra locale squadrata. Questo era dovuto alla disponibilità di legname proveniente dai boschi della zona.
Queste strutture avevano diverse funzioni. Nelle case che presentavano caratteri strutturali primitivi servivano per raggiungere le varie stanze del primo piano, in quanto non avevano comunicazioni interne. Quando la stagione era troppo umida, i ballatoi venivano utilizzati per essiccare il fieno necessario ai numerosi bovini.
Inoltre, grazie alla buona esposizione al sole, i ballatoi servivano per far maturare cereali come il granoturco, che altrimenti non avrebbero raggiunto la maturazione a causa del clima. Le balaustre presentavano tavole traforate dai motivi geometrici più disparati e terminali finemente intagliati.
I tetti erano sempre a due spioventi poco inclinati, che scendevano lateralmente alla casa. Erano coperti da scandole di legno, un tipo di copertura comune anche in altre valli alpine occidentali. Sebbene vulnerabile agli incendi, questo tipo di copertura era molto duratura e capace di sopportare grandi quantità di neve.
Bibliografia:
Polo E., Toponomastiche di For Disot. Comune di Forni di Sotto, 2003
Polo E., Forni di Sotto Lotte Fatiche Opere nel 1800. Editrice Aura e Centro Cultura, 1989
Polo E., Vocabolari Fornez -Talian, 2018
Scarin E., La casa rurale nel Friuli. C.N.R., 1943
Bertossi S., Vecchie case dei Forni Savorgnani. Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Forni di Sopra, 1973
La Carnia di Antonelli - Ideologia e Realtà. Centro Editoriale Friulano, 1980
Scheuermeier P., Il lavoro dei contadini. Cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retoromanza, Milano 1980, Edizioni Longanesi
Copyright © 2024 Comune di Forni di Sotto. All Rights Reserved